Realizzato all’interno del progetto: “Nomadi-App Nuove Opportunità nel Monitoraggio A DIstanza nell’APicoltura Produttiva ” Realizzato con il cofinanziamento di FEASR del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana – PSR 2014-2020 – Gruppi Operativi del PEI AGRI –Progetto sottomisura 16.2 (Sostegno a progetti pilota e di cooperazione)
 
 
Abstract
L’apicoltura in Italia ha radici antiche e una storia estremamente diversificata da un luogo e l’altro. La diversità del clima, la varietà degli ordinamenti produttivi e delle economie rurali nelle varie regioni della penisola, e la varietà stessa delle specie di api presenti nel nord Italia e nel sud, hanno creato le condizioni per una evoluzione complessa e particolare dell’allevamento delle api. Nel corso degli ultimi secoli, quasi ogni area dell’Italia ha avuto una evoluzione diversa dell’apicoltura con alcuni elementi distintivi che piano piano, nel corso dell’ottocento, sono confluiti in un più ampio dibattito scientifico nazionale che ha contribuito alla crescita diffusa nelle campagne italiane dell’apicoltura. Una storia ricca e affascinante che meriterebbe di essere raccontata in modo più esaustivo e che noi abbiamo solo parzialmente cercato di ricostruire attraverso l’evoluzione del dibattito scientifico sulla forma e la funzione delle arnie. Si tratta, come abbiamo detto, di un percorso parziale nel quale abbiamo cercato di toccare vari elementi della storia dell’apicoltura concentrandosi soprattutto nell’evoluzione che questa ha avuto in Toscana nel corso degli ultimi tre secoli. Ne sono nati spunti e temi di ricerca molto interessanti e originali che solo in parte sono stati accolti nel presente testo ma che speriamo un giorno di approfondire. Negli ultimi secoli l’allevamento delle api anche nella nostra regione si è evoluto, passando da metodologie estremamente arcaiche, consolidate da secoli, ad una apicoltura razionale che ha permesso di soddisfare anche la crescente domanda di miele proveniente dal mercato. Lo sviluppo dell’apicoltura in Toscana è stato complesso e ha visto l’opera di appassionati apicoltori come, ad esempio, Romualdo Sciarelli e Giotto Ulivi. Per il momento ci accontentiamo di aver tracciato un percorso storico che se da un lato permette di approfondire l’evoluzione storica delle tecniche apistiche, e soprattutto delle arnie, apra anche uno sguardo nuovo su questi insetti e questa attività così importante per l’agricoltura e l’ambiente. Ancora oggi, nonostante le numerose campagne di informazione e di sensibilizzazione, non riusciamo a comprendere l’importanza delle api per l’ambiente e per la biodiversità e, tanto meno, comprendiamo l’importanza che esse hanno per il settore agricolo e l’agricoltura in generale. Anche questo forse è un segno della perdita di quel legame con il mondo agricolo e con la natura che impedisce, a gran parte dei “cittadini”, di comprendere il valore del lavoro degli agricoltori. Siamo convinti che proprio attraverso la storia si possa contribuire a ricostruire quel legame fra consumatori, attività agricola e ambiente che sarà utile, per tutti, in futuro. Questa relazione rappresenta una sintesi di un lavoro più dettagliato, ancora in corso, sulla storia dell’apicoltura toscana al quale rimandiamo per una futura lettura.