LA MOSCA DELLE OLIVE
Bactrocera oleae (Rossi)
Manuale pratico per il controllo della specie in Toscana
A cura di Antonio Belcari


Download

Con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

Presentazione

La mosca delle olive, nota fin dall’antichità come verme dei frutti dell’olivo (descritta per la prima volta come Musca oleae dal nostro Pietro Rossi che, nella seconda metà del 1790, anticipò di pochi mesi il grande entomologo russo Gmelin), è fra gli insetti carpofagi più lungamente studiati al mondo.
Non mancano dunque, né a livello internazionale né in ambito nazionale e regionale, opere scientifiche, tecniche e divulgative sulla sua bio-eco-etologia, la sua dannosità, i mezzi e i metodi di controllo.
Purtuttavia questo dittero continua a essere una minaccia di grande importanza economica in molte aree olivicole del bacino del Mediterraneo, riuscendo non di rado a superare le barriere naturali e artificiali che ostacolano il suo sviluppo, e che in “annate di scarica” del processo di fruttificazione, abbinate a estati fresche e piovose, possono mostrarsi del tutto inadeguate a limitare i danni quantiqualitativi nei confronti della produzione olivicola e olearia.
Al riguardo sono particolarmente emblematiche le situazioni verificatesi nel 2007, 2014, e 2016.
L’analisi della recente letteratura sul dittero evidenzia che a fronte di molte pregevoli pubblicazioni, frutto di ricerca di base e applicata, c’è oggi forse più che mai consapevole carenza di metodi collaudati e affidabili di controllo della mosca, rispondenti alle attuali esigenze di complementarietà fra efficacia fitosanitaria e sostenibilità economica e socio-ambientale.
In questo contesto il presente volume non ha l’ambizione di essere un esaustivo compendio in materia di storia naturale e di controllo integrato di Bactrocera oleae, ma vuole essere un conciso vademecum per gli agricoltori, per aspetti fondamentali di diagnostica, monitoraggio della dinamica di popolazione adulta e preimmaginale, soglie di dannosità e di intervento, possibili metodi di difesa della produzione olivicola.
Ma più di questo, il volume ha il profilo di un “biglietto da visita”, che oltre a richiamare la feconda e proficua tradizione di studi sull’argomento, da parte dell’Ateneo Fiorentino, degli Autori, e in particolare del curatore, lo stimato amico Prof. Antonio Belcari, dice a olivicoltori, tecnici e operatori di settore, dove poter trovar lumi su un insetto tanto temibile per la filiera, quanto affascinante e tuttora indomito per l’entomologia.

Bruno Bagnoli
Dipartimento per la Innovazione
nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali
Università degli Studi della Tuscia