La lana è da sempre stato un materiale utilizzato, per tradizione, nel settore dell’abbigliamento, successivamente è entrata a far parte del mercato del tessile per arredamenti, imbottiture e prodotti di artigianato, si è inserita nelle case di moda e ha trovato altri impieghi di ogni tipologia.

Nell’ultimo decennio la lana di scarto è stata oggetto di altri usi molto interessanti che stanno trovando sempre più impiego.
Una tra le applicazioni alternative già presente a scala industriale è il tessile tecnico per la bioedilizia. Altre, ancora oggetto di progetti sperimentali, riguardano il settore agricolo e vivaistico.

La fibra della lana ha, infatti, molte caratteristiche che rappresentano punti di forza per molte applicazioni, basti pensare al suo potenziale igroscopico (capace di assorbire vapore acqueo fino a un terzo del suo peso senza che la sua struttura ne subisca variazioni), alla sua resistenza alle muffe, l’atossicità, la biodegradabilità, alle sue proprietà disinquinanti – utilizzate anche in ambito costiero e marino per assorbire idrocarburi derivati da petrolio: in Sardegna, riguardo a questo, è stato realizzato un prodotto geo-tessile, in lana di pecora sarda, per rispondere alle esigenze ambientali che si verificano soprattutto in ambito portuale (uno tra i principali responsabili dell’inquinamento dei mari).

La lana è un ottimo isolante termico ed acustico, i suoi utilizzi in questo senso si materializzano in ambito bio-edilizio: la fibra della lana elastica e traspirante traducendosi in un ottimo climatizzante, la sua caratteristica di igroscopicità favorisce la regolazione dell’umidità all’interno delle abitazioni in modo totalmente naturale, riducendo il rischio di condensa; ha un ottimo potere fono-assorbente, i pannelli in lana, infatti, riescono ad assorbire quasi il 50% del rumore circostante.
E ancora, la lana sucida viene utilizzata in agricoltura come ammendante e fertilizzante. I cascami di lana in campo agricolo sono già permessi come concime organico in base al DL n. 75 del 29 aprile 2010. Le lane di scarto possono diventare degli ottimi fertilizzanti poiché contengono elementi come azoto, carbonio e altri nutrienti, che sono fondamentali per il corretto sviluppo delle piante. Sono tutt’oggi in corso ricerche per ovviare ad alcune problematiche nel suo utilizzo che derivano dal fatto che sia poco facilmente spandibile e dalla presenza della cheratina, difficilmente trasformabile da parte dei microrganismi.