Giovanni-Erbabianca_Lampade-di-design-rivestite-con-tessuti-in-lana-tosc-258

Oggi è considerata un rifiuto e rappresenta un costo per i pastori e per l’ambiente. Invece la lana “rustica” italiana potrebbe avere uno sbocco di mercato, con un fatturato stimato attorno ai 450 milioni di euro (27 dei quali provenienti solo da quella sarda prodotta in Toscana) e un appeal di sostenibilità ambientale, tracciabilità della filiera e valore aggiunto distribuito lungo tutta la catena produttiva

A questi risultati è arrivato il Progetto Filiera del Tessile Sostenibile, finanziato dal dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Cnr con la collaborazione di Unioncamere Toscana, Fondazione Clima e Sostenibilità e Università di Firenze, e presentato giovedì nel capoluogo toscano. Il convegno è stata l’occasione per superare il pregiudizio più forte nei confronti della lana rustica, quello legato all’uso e allo stile: 17 aziende e giovani designer hanno reinventato questa lana grezza e ruvida – che ha un costo contenuto e una grande duttilità – mostrando come si possono realizzare capi d’abbigliamento, accessori moda, gioielli e complementi d’arredo, tutti esposti (una 40ina di prototipi) nelle sale di Palazzo Incontri (…) (Continua a leggere su IlSole24Ore.com)

di Silvia Pieraccini